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I 5 importanti rischi dei top dirigenti aziendali del 2023 (e come evitarli!)

Scopri come la trasformazione digitale permette alle aziende di consolidare il proprio valore rendendolo un asset misurabile e vendibile.

I 5 peggiori rischi dei top manager del 2023

 

I top manager sanno chiaramente quali sono i principali obiettivi di business:

  1. Aumento ricavi
  2. Riduzione costi
  3. Riduzione rischi

 

In questo articolo, analizziamo insieme le 5 peggiori perdite che i dirigenti rischiano ogni giorno e come nel 2023 sia possibile contenerle in modo pratico.

Scoprirai come le aziende che investono nel digitale riescono a essere sempre un passo avanti alla concorrenza e a non perdere anni di ricerca e posizionamento.

 

Sei pronto? Cominciamo!

 

Il vero valore delle aziende

Questo è il punto cruciale di tutto l’articolo.

Anche se non esiste una definizione unica e universale per il termine “valore”, possiamo semplificare al massimo il concetto di valore aziendale.

Un’azienda aumenta il suo valore quando chi la valuta è disposto a pagare di più rispetto ad altri per quello che offre.

Che si tratti del suo prodotto offerto o anche l’azienda stessa, nelle fasi di acquisizione e fusione, il concetto è lo stesso.

Se qualcuno è disposto a pagare di più, l’azienda ha un valore di scambio.

L’obiettivo intrinseco dei dirigenti aziendali è proprio quello di aumentare questo valore.

E se da una parte le aziende investono per aumentare il valore percepito, grazie ad aumenti di fatturato e aumenti di margine operativo lordo continui negli anni, dall’altra esistono gli investimenti per contenere le perdite di valore.

Oggi voglio condividere con te questi investimenti, analizzando le 5 peggiori perdite che un’azienda rischia, e scoprendo come le aziende innovative riducono al minimo queste perdite trasformandole in asset vendibili, aumentandone così il valore di scambio.

 

Le 5 importanti perdite aziendali del 2023

Andiamo al sodo.

Dopo più di 12 anni al fianco di responsabili e direttori di aziende internazionali, ho visto società crescere e persone maturare.

L’avvento della trasformazione digitale degli ultimi anni ha fatto emergere punti critici che prima non venivano considerati.

Ed è proprio la trasformazione digitale che ha permesso non solo di trovarli, ma anche di risolverli.

Dopo aver letto questo articolo, capirai quanto sia importante considerare queste perdite e come sia possibile misurarle, contenerle e trasformarle in asset.

 

Ecco la lista delle 5 peggiori perdite del 2023:

  1. Perdita della conoscenza maturata negli anni
  2. Perdita del tempo tra il lancio di un prodotto e la vendita dello stesso
  3. Perdita di tempo e denaro nel correggere non conformità di normative
  4. Perdita di efficienza nello scambio di informazioni tra reparti (e tra aziende)
  5. Perdita di efficienza nell’accesso alle informazioni non corrette e incomplete

 

Andiamo ad analizzarle insieme.

 

1# Ridurre rischio di Knowledge Leak

In molte aziende internazionali, soprattutto nelle più strutturate, il ricambio dei ruoli key manager è sostenuto.

Le persone che portano innovazione nel prodotto, o nei processi aziendali, spesso “trattengono” nella loro testa elementi importanti di Knowledge che all’azienda costa molto produrre.

La perdita di conoscenza aziendale si manifesta quando queste figure escono dall’azienda, o anche quando semplicemente cambiano ruolo, e al contempo non esiste una strategia per salvare queste informazioni, allocarle e renderle disponibili ad altri nel futuro.

Impostare una strategia di Knowledge Retention, basata su un’opportuna fase di Knowledge Transfer è fondamentale per trattenere in azienda l’importantissimo capitale della conoscenza ed evitare il rischio di Knowledge Leak.

L’insieme di tutte queste attività prende il nome di Knowledge Management, e grazie al digitale è possibile mappare i processi di acquisizione della conoscenza.

La raccolta sistematica di queste informazioni e la loro organizzazione in supporti digitali permette di salvare questo asset aziendale, uno dei principali valori riconosciuti dai clienti, dai competitor, dai neo assunti e anche da potenziali acquirenti.

 

2# Ridurre il Time to Market di un nuovo prodotto

A volte la chiave del successo di un prodotto è arrivare prima degli altri.

Un prodotto è completo per un mercato quando, oltre ad essere disponibile, è anche completo delle informazioni e degli strumenti pre e post vendita che lo riguardano.

Per le aziende internazionali, la chiave è anche lanciare e vendere un prodotto in più mercati simultaneamente, rendendo disponibili tutti i supporti tradotti in lingua in tempi relativamente brevi e vicini alla presentazione del prodotto.

Il Time to Market di un prodotto in un mercato non si limita solo al tempo di “disponibilità” del prodotto, ma comprende anche il tempo che il potenziale cliente impiega per entrare in contatto con il nuovo prodotto tramite uno dei punti di contatto creati dall’azienda.

Maggiore è il numero di punti di contatto disponibili, minore è il Time to Market e di conseguenza maggiore è il potenziale business risultante.

Ridurre anche di molto il Time to Market è possibile, se si rende efficiente la Knowledge Journey, sfruttando al massimo il potenziale dei canali disponibili.

Anche in questo caso, è importante dotarsi di strumenti idonei di Knowledge Management per distribuire la conoscenza in più punti, in più modi, e senza pesare sulle risorse a disposizione di un’azienda.

 

3# Ridurre il rischio di essere Non-Compliant con le normative

Le normative Europeee sono sempre più stringenti e in continuo cambiamento.

Il rischio che i processi aziendali e i prodotti immessi nel mercato europeo non rispettino tutte le direttive è sempre più presente.

I processi interni all’azienda dovrebbero permettere l’elaborazione di una quantità di dati elevata da trasmettere agli enti certificatori (ad esempio Eprel, Reach, Rohs, SCIP, ECHA, Eurovent, ISO, CE, ecc.).

Solo specifiche strategie di Knowledge Management permettono di ridurre questo rischio.L’obbiettivo è avere i propri prodotti considerati compliant dagli enti di verifica (o dai propri competitor), e quindi garantire una crescita “sostenibile” del business.

Grazie alle certificazioni è possibile vendere di più, su più mercati, con prodotti ritenuti migliori dai clienti.

E’ fondamentale quindi gestire tutto il processo di raccolta e gestione della knowledge, adottando un metodo che sia più efficiente in termini di prestazioni e tempistiche rispetto ai metodi manuali.

 

4# Ridurre le perdite di efficienza nello scambio di informazioni tra reparti

Spesso in azienda si punta ad ottimizzare i processi interni di ogni singolo dipartimento.

Tra un dipartimento e l’altro, però, si fatica a ridurre le perdite di tempo e le inefficienze causate dal continuo scambio di informazioni su supporti inadatti.

La mancanza di condivisione della Knowledge, come conseguenza, fa sì che importanti informazioni non siano disponibili a chi le deve usare, che devono quindi essere rincorse, a volte cacciate e a volte non vengono nemmeno trovate.

Questo modello può essere individuato in vari ambiti aziendali, in particolare per tutti i processi in ambito New Product Development.

I numeri emersi da una nostra indagine basata su interviste evidenziano uno spazio di incremento di efficienza medio del 20% in vari enti aziendali.

La Structured Knowledge Sharing e il miglioramento della Knowledge Journey sono elementi chiave per ridurre questa inefficienza inter-dipartimentale.

 

5# Ridurre le perdite di efficienza nell’accesso alle informazioni incorrette e non complete

Quest’ultimo punto è collegato con il precedente.

Nelle aziende ci sono dei costi nascosti, una riduzione di efficienza dovuta alla difficoltà di “trovare l’informazione giusta” che serve ad ogni persona, molte volte al giorno, per compiere al meglio il proprio lavoro.

Certamente, molte informazioni fondamentali sono già perfettamente organizzate ed accessibili.

Ma spesso, altrettante informazioni sono di più difficile accesso.

E soprattutto, non c’è la certezza che l’eventuale informazione trovata sia corretta.

Vero, sono pochi minuti al giorno, per ogni persona, ma spesso raddoppiano o triplicano se per cercare e trovare le informazioni corrette sono coinvolti uno o più colleghi.

Questo problema si può risolvere sfruttando una Structured Shared Knowledge Base, facendo crescere la cultura del Single Source of Truth.

 

Conoscevi tutti questi rischi?

Ora hai la consapevolezza di come dietro a questi punti critici ci sia una perdita di valore, ma anche delle opportunità.

Ho scritto questo articolo in collaborazione con EKR, partner del network Planet, per condividere con te la nostra esperienza e per darti la consapevolezza di dove si trova ora la tua azienda e cosa si può fare per migliorare.

Parlare di queste tematiche con le aziende è all’ordine del giorno, e per noi di Planet è davvero entusiasmante conoscere nuove aziende che come noi credono nel digitale.

Se anche tu sei parte delle aziende innovative che credono nelle nuove tecnologie, fammelo sapere in un commento oppure organizziamo una breve videochiamata conoscitiva e approfondiamo questi temi!

 

Ciao!

 

Vayla Pergolini

Founder